Soavesi Famosi
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Personaggi e figure soavesi da ricordare
a cura di
Giancarlo Volpato
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Quante persone, piccole o grandi, hanno
popolato le terre soavesi? Il silenzio della storia è sempre
impietoso per quasi tutti gli uomini e qualsiasi domanda
rimane senza risposte soprattutto laddove la mancanza di
riscontri oggettivi vieta le indagini e aliena le ricerche;
tuttavia, anche se siamo certi che un alto numero di persone
insigni e probe abbia onorato Soave e il suo territorio, non
molte sono quelle delle quali rimangono tracce evidenti e
segni del loro passaggio. Di alcune di queste - che nella
realtà risultano presenti in numero maggiore rispetto ad altre
terre circostanti - cercheremo d'illustrare i meriti e le
opere ben sapendo che probabilmente altre avrebbero avuto
diritto ad una conoscenza piú ampia che ad una semplice
menzione; ci si doveva imporre un scelta e abbiamo preferito
proporre - fors'anche riproporre - persone la cui eco, non
sempre conclamata, risuonasse di timbro sicuro e fosse stata
affidata ai posteri. Per alcuni, il sintetico ricordo varrà
come stimolo per un ulteriore studio; tutti gli altri, la cui
memoria è scomparsa, rimarranno anonimi pellegrini legati alle
loro ignote vicende personali.
Alcune figure
"minori"
Piú di ogni altra
classe, quella ecclesiastica ha annoverato un certo numero di
persone da ricordare, alcune con natali soavesi altre
diventate cittadine di Soave grazie al ministero sacerdotale
colà esercitato.
Don Giovanni
(Battista) Zanetti (Soave 1700-Verona
1782): dottore in filosofia, a soli trentatré anni diventò
parroco di Soave; qui contribuí alla costruzione della chiesa
che fu riedificata nel 1758, si adoperò affinché Soave fosse
dotata di un luogo di cura per gli ammalati, ebbe grandi
riguardi per la popolazione che lo ricordò per l'amore e per
la carità con cui informò la propria vita e il ministero
sacerdotale. Rinunciò alla parrocchia di Soave per andare a
governare quella di San Lorenzo a Verona nel 1758; pro-rettore
del seminario per molti anni, acquisí fama per la sua cultura
e per alcune opere che scrisse; di lui si parla anche come
rimatore ma non è stato possibile accertare questa sua
capacità poetica non avendo reperito edizioni nonostante le
ricerche effettuate. Pubblicò: Orazione detta
all'Ill.mo Giovanni Bragadino nel solenne ingresso alla chiesa
di Verona (Verona,
Ramanzini, 1733); Due
antichissime greche iscrizioni indirizzate a S.E. Giacomo Nani
(Venezia,
Stamperia di Abruzzi, 1755); Joanni Bragadino
ab sede veronensi ad patriarcalem Venetiarum
evecto (Veronae, apud
Cavattoni, 1759); Dissertazione in
cui si difende la tradizione che S. Eupreprio sia stato
mandato da S. Pietro a Verona come primo vescovo
(Verona,
Carattoni, 1778); Memorie
della Ven. antica chiesa di S. Lorenzo di Verona
(Verona,
Carattoni, 1781).
Don Gaetano
Ferrighi (Soave
1841-ivi 1908): notissimo per la sua arte oratoria che
utilizzò per predicare la parola di Dio nelle chiese della
diocesi, fu parroco del suo paese natio; rifece la facciata
della chiesa affidandola a don Gottardi, la dotò del celebre
organo di George Trice e, per l'inauguarazione nel 1889,
organizzò un convegno di musica
sacra.
Don Fiorente
Castagnedi (Soave
1834-ivi 1906): figura di straordinario operatore sia nel
campo del ministero sacerdotale sia in quello culturale sia in
quello filantropico. Fu sacerdote cooperatore nel suo paese
natale. Amico di Giulio Camuzzoni, profondo conoscitore della
storia locale, amante del passato, fu l'anima di molte
iniziative: pubblicò Iscrizioni del
Comune di Soave ed altre
cose minori. Lasciò la sua biblioteca alla parrocchia. Grazie
all'aiuto di generosi benefattori e al contributo dei
cittadini costruí l'ospedale; durante l'epidemia di colera del
1886 curò con abnegazione assoluta chiunque avesse bisogno e
per questo fu insignito prima di medaglia di bronzo e poi fu
nominato Cavaliere della Corona
d'Italia.
Don Luigi Ambrosi (Soave 1819-Cina
1867): studiò a Roma, scelse la vita missionaria partendo per
la
Cina dove divenne
Delegato apostolico.
Don Siro Righetto
(Soave 1900-Negrar
1977): salesiano, fu inviato a Rovigno in Istria e nel 1928
andò in India nella zona del Bengala per passare piú tardi a
Calcutta-Lilooah, indi a Bandel nel nord del paese ed infine a
Dibrugar come direttore delle scuole delle missioni. Ritornato
dall'India per curarsi, terminò i suoi giorni come rettore
della comunità di S. Zeno.
Nel campo della
politica bisogna ricordare Bartolomeo Zanella
(Soave 1822-Verona 1889). Avvocato molto noto, fu
consigliere del Comune di Verona, sindaco di Marcellise,
amministratore di istituzioni; fu deputato nell'11°
legislatura essendo stato votato nel novembre del 1870 e in
quella successiva nel 1874 che si concluse anticipatamente nel
novembre del 1876. Fu un benefattore del suo paese
natale.
Consigliere
comunale di Soave, cittadino onorario, figura notissima in
tutto il circondario fu Giulio Camuzzoni (1816-1897), sindaco di Verona, senatore del regno,
ingegnere idraulico famoso e proprietario del castello che
restaurò e lasciò in eredità alla propria famiglia.
Nel campo della
pittura è bene ricordare Francesco Fabi (Soave
1577-Verona 1621?) sulla cui vita e sulle cui opere assai poco
si conosce; fu allievo del Brusasorzi, lasciò certamente una
buona tela nella chiesa di Roncanova, una pala presente in una
cappella della chiesa di Santa Anastasia. La scarsa
considerazione di cui il Fabi ha goduto nel tempo è dovuta
pure all'oblio in cui il suo nome cadde anche presso i suoi
committenti. Ha restituito giustizia Luciano
Rognini,
Francesco Fabi da
Soave pittore e una tela di "ignoto" a Roncanova
("S.S.L.S.", v.
22-23, 1972-73, p. 335-345).
Nel campo dello
sport fu un'autentica gloria Andrea Piubello (Soave 1912-ivi 1987). Ciclista professionista legò il suo
nome ad alcune performances
su pista
straordinarie per l'epoca. Il 20 ottobre 1937, al "Vigorelli"
di Milano tentò, senza batterlo, il primato dell'ora senza
allenatori. Vi riprovò, sul medesimo velodromo, il 4 novembre
dello stesso anno ottenendo il nuovo primato mondiale senza
allenatori sui
100
km. (ore 2.29'15").
Pochi giorni dopo, il 28 novembre, al velodromo Appio di Roma
batté quello nazionale sui 60
km. sempre senza
allenatori (ore 1.28'06"6). Due anni piú tardi, il 14 novembre
1939, ancora al "Vigorelli" tolse al francese Berty anche il
primato mondiale senza allenatori sui
70
km (ore
1.39'31"2/5). Con un'impresa che non ebbe uguali nella storia
del ciclismo, tre giorni dopo - esattamente il 17 novembre -
Andrea Piubello conquistò, inanellando giri sulla pista
milanese, sei titoli mondiali sempre senza allenatori,
assistito sugli spalti da Assuero Barlottini, ciclista
veronese lui pure, che l'aveva costantemente spronato anche
nelle precedenti esibizioni. Questi i primati: km. 80 (ore
1.53'55"1/5); miglia 50 (ore 1.54'35"); ore 2 (km. 84,247);
km. 90 (ore 2.08'15"4/5); miglia 60 (ore 2.17'39"4/5); km. 100
(ore 2.22'41"): fu quest'ultimo il record piú prestigioso
(alla media di km 42,201/h) poiché il corridore abbassò di
quasi sette minuti la propria prestazione di due anni prima,
che nel frattempo qualcuno aveva migliorato. Andrea Piubello
trascorse il resto della sua vita a
Soave.
Legato alla
solidarietà è il nome di un altro soavese, noto in vita per
un'attività comunissima in Soave quale quella del vino. Ettore Ruffo (Soave
1901-ivi 1978), enotecnico, titolare di una delle piú note
cantine, trascorse una vita sostanzialmente occupandosi
dell'azienda e portandola a livelli di efficienza e di larga
conoscenza. Ora, dopo parecchi anni dalla sua scomparsa, è
stata costituita una fondazione che porta il suo nome
destinata ad una giornata della carità ma legata alla
solidarietà nel senso piú alto del
termine.
Personaggi
erroneamente creduti soavesi
Vi fu chi, nel
passato, volle dare natali soavesi a un grande, straordinario
personaggio dell'Umanesimo italiano e pensò che nella
cittadina murata avesse visto la luce Fra' Giovanni
Giocondo; l'assenza totale di supporti storici vieta
qualsiasi certezza. Come pure non nacque, né abitò mai a Soave
quel Pietro Sgulmero
che nobilitò la cultura veronese tra la fine
dell'Ottocento e il primissimo Novecento nonostante qualcuno
avesse anche per lui reclamato natali
soavesi.
I SOAVESI CHE ANCHE LA GRANDE STORIA RICORDA
Giovanni Battista Peretti
Bartolomeo Perazzini
Giuseppe Tommaselli
Gaetano Cortesi (o Cortese)
Pietro Zenari
Antonio Zanella
Lodovico Aldrighetti
Articolo tratto da "Soave, terra amenissima, villa suavissima"
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